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Domenica 10 Aprile 2011, 18:00 in Esteri

Arabia annulla contratto da 60 miliardi con gli USA
Paolo della Sala
Giornalista, autore testi

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In questi giorni l'Arabia sta portando al massimo livello la sua dissidenza dagli USA di Obama. Viene data per certa da fonti israeliana la notizia di un annullamento dell'acquisto di armamenti strategici statunitensi, per un totale di ben 60 miliardi di dollari.
Si tratterebbe di una bastonata colossale nei confronti di Obama, che segna la volontà di proseguire nella linea araba di difesa intransigente di Saleh nello Yemen e di contenimento attivo dell'Iran (in Bahrein la situazione al momento è meno critica). Un altro atto di questo psico-dramma arabo-americano è la distruzione di WMD (armi chimiche iraniane) avvenuta ad opera di uno strike israeliano in Sudan, con l'appoggio dei sauditi. Si trattava con ogni probabilità di armi di Gheddafi recuperate e vendute dai ribelli libici. Dalla Cirenaica sono state trasferite in Sudan, con l'intervento di agenti iraniani e di militanti di Hamas, pda dove sarebbero finite a Gaza, attraverso l'Egitto.
Il vecchio re saudita morì ricordando agli eredi che il futuro dell'Arabia dipende dal controllo dello Yemen (porta del Mar Rosso e della rotta atlantica. La vendita di 60 milioni di armamenti sofisticati all'Arabia è la più alta mai fatta dagli Stati Uniti, e porterebbe 75.000 nuovi posti di lavoro negli Stati Uniti. In cambio l'Arabia avrebbe ottenuto elicotteri apaches, aerei F-15, e un sistema di difesa antimissile (se il business salta, c'è aria di affari per Finmeccanica). Il piano di vendita è stato presentato da Obama al Congresso lo scorso autunno.