LA SCHEDA
Medici Senza Frontiere nel Darfuraccanto alle vittime conflitto
Un medico di MSF in Darfur
La postazione sanitaria di Medici Senza Frontiere di Serif Umra, a pochi chilometri dal confine tra il Sudan e il Ciad, dove sono stati rapiti il dottor Mauro D'Ascanio, un altro suo collega medico di nazionalità francese e un infermiere canadese, fu riaperta nel luglio del 2007. Dal 2003 - anno in cui MSF iniziò la sua attività nel Darfur - nel compound erano rimasti solo infermieri sudanesi, soli nell'inferno di una guerra civile che ha messo in movimento un'umanità disperata, da un campo per rifugiati all'altro, senza più nulla da perdere, se non la loro stessa vita. Da quando però l'organizzazione umanitaria ha ripreso possesso con uno staff internazionale di Serif Umra, ogni nese si riescono a visitare oltre 7.000 persone, interessate dalle patologie più varie. Soprattutto la malnutrizione, dovuta al frequente uso delle poche cose commestibili che si riescono a trovare in natura. I pazienti che hanno bisogno di interventi più complessi vengono trasferiti negli ospedali di El Geneina o Zalingei, che si trovano proprio sul confine del Ciad. MSF è nel Darfur già all'inizio del conflitto (febbraio 2003) che vede contrapposti i Janjawid, un gruppo di miliziani islamici, reclutati fra i membri delle tribù nomadi locali dei Baggara, e la popolazione non Baggara della regione, composta principalmente da tribù di agricoltori. Da allora MSF ha disseminato nella regione una serie di postazioni sanitarie, come quella di Foro Boranga, sempre sul confine ciadiano, che ha prestato assistenza a circa 20.000 persone prive di acqua potabile e cibo. Sono state aperte cliniche mobili e sono state distribuite zanzariere, fino a quando per il progressivo calo degli standard di sicurezza, è stato necessario abbandonare il terreno.
Un altro campo di confine che ospita oltre 22.000 persone è quallo di Ad Habilah, dove MSF ha cominciato a erogare anche assistenza psicologica agli sfollati, per poi trasferire il compito anche a Save the Children. Sempre al confine con il Ciad, i medici e il personale internazionale di MSF hanno fatto lavoro di supporto negli ospedali di El Geneina e nei campi di Aradamata e Dorti. La città di Seleia, nel nord del Darfur, è stata spesso il luogo di scontri sanguinosi. Anche qui l'organizzazione umanitaria supporta l'unico ospedale ma alla fine dello scorso anno è stato necessario evacuare lo staff internazionale a seguito della recrudescenza degli scontri fra i ribelli del Jem e le forze armate sudanesi. Nella struttura ospedaliera di Zalingei, sulla quale gravitano oltre 100 mila sfollati, MSF ha aperto un centro nutrizionale e alcuni ambulatori, tanto che il ministero della sanità sudanese ha finito per affidare ufficialmente "in appalto" gran parte delle attività di assistenza e cura dell'ospedale, tale e tanta è la pressione del flusso migratorio. A Niertiti, nel Jebel Mara, Medici Senza Frontiere offrono assistenza a circa 25 mila sfollati su una popolazione di poco superiore alle 30 mila unità. In media, ogni mese, hanno luogo 5.500 visite e 278 ricoveri. A Kutrum il personale di MSF opera circa 2 mila persone al mese, molte delle quali vengono poi indirizzate nell'ospedale di Zalingeri, dove una campagna contro il morbillo e la poliomelite ha interessato oltre 10 mila persone. Nel sud Darfur c'è forse il più affollato campo profughi della regione. Si chiama Kalma. Qui, MSF gestisce un centro ambulatoriale capace di effettuare oltre 3.000 visite al mese. Il progetto prevede interventi di salute materno-infantile e di supporto psicologico. Nel luglio scorso, però, la clinica è stata data alle fiamme e in ottobre sono scoppiate violente tensioni nel campo, che hanno indotto più di 15.000 persone a trovare rifugio altrove. A Muhajarya, l'assistenza è rivolta a circa 70.000 persone, tra servizi ambulatoriali e supporti ospedalieri. Si effettuano interventi chirurgici e si dà assistenza alle numerosissime donne vittime di violenza sessuale. Tutto ciò nonostante il progetto base avesse previsto soltanto l'assistenza nutrizionale proprio perché - al di là delle emergenze chirurgiche o legate alle violenze - il problema di fondo resta quello della cattiva nutrizione, che colpisce soprattutto i bambini al di sotto dei cinque anni. Sempre qui, nell'ottobre scorso, due operatori sudanesi di MSF hanno perso la vita in seguito a un tragico incidente. Un altro luogo nel Darfur dove MSF è presente è Tawila, dove sopravvivono oltre 35.000 sfollati, riuniti in tre diversi campi. Il team medico internazionale è stato però oggetto di attacchi che hanno portato alla decisione di smantellare gran parte del presidio. Mentre a Shangil Tobaya si assistono ancora circa 30.000 persone ospiti dei campi di Shangil e Shadat. Si tratta soprattutto di assistenza nutrizionale terapeutica. I tre centri sanitari di Kebkabiya sono il punto di riferimento di circa 80.000 persone, molte delle quali arrivate qui fin all'inizio della guerra civile. Ogni mese lo staff di MSF effettua 12 mila visite e supporta l'ospedale locale, soprattutto nel reparto ostetrico.
اطباء بلا حدود تسحب موظفيها من دارفور
قررت منظمة أطباء بلا حدود سحب موظفيها من السودان بعد ان خطف عدد منهم في اقليم دارفور.
وأفرج الخاطفون عن اثنين من الموظفين السودانيين في المنظمة ويواصلون احتجاز ثلاثة من الموظفين الأجانب فيها. وتقول الحكومة السودانية ان الخاطفين طلبوا فدية مالية للإفراج عن المخطوفين.
في الوقت نفسه جدد الامين العام للامم المتحدة بان كي مون نداءه الى الحكومة السودانية بالعودة عن قرار وقف نشاط منظمات الإغاثة الدولية في دارفور وقال ان الامم المتحدة والحكومة السودانية على السواء لن يتمكنا من سد الفجوة التي سيخلفها وقف عمل منظمات الإغاثة.
وقال الامين العام للمنظمة الدولية ان الوقت لم يفت كي تستدرك الحكومة السودانية مذكرة الاعتقال التي صدرت بحق الرئيس السوداني عبر محاكمة المسؤولين عما يوصف بانه جرائم حرب في دارفور تجنبا لتنفيذ المذكرة.
وأشار بان الى ان مسؤولين من الاتحاد الافريقي والجامعة العربية يسعون الى تأجيل تنفيذ المذكرة لمدة عام ويتوقع ان يستأنفوا تحركاتهم لإقناع مجلس الامن بذلك الاسبوع المقبل. الاختطاف
وكان الموظفون قد اختطفوا تحت تهديد السلاح من عياداتهم في منطقة صراف عمره التي تبعد 200 كيلومترا الى الغرب من مدينة الفاشر مركز اقليم دارفور.
وتقول مراسلة بي بي سي في شرق افريقيا كارين إن المنطقة التي وقعت فيها عملية الاختطاف معروفة بكونها مرتعا للصوص، الا ان وقوع الحادثة في هذا الوقت بالذات لابد ان يثير الشكوك عما اذا كانت ذات دوافع سياسية.
واعلنت المنظمة لاحقا ان المختطفين ممرض كندي وطبيب ايطالي وموظف فرنسي.
وقدد ندد الاتحاد الافريقي باختطاف الموظفين و دعا نور الدين المازني المتحدث باسم بعثة الامم المتحدة و الاتحاد الافريقي في الخرطوم إلى إطلاق سراحهم.
يذكر ان الفرعين الفرنسي والبلجيكي من منظمة اطباء بلا حدود كانا مدرجان ضمن لائحة منظمات الاغاثة التي قررت الحكومة السودانية طردها من اقليم دارفور في الاسبوع الماضي بعد ان اصدرت محكمة الجنايات الدولية مذكرة القاء قبض بحق الرئيس السوداني عمر حسن البشير بتهمة ارتكابه جرائم حرب وابادة في الاقليم.
وتتهم الخرطوم منظمة اطباء بلا حدود و12 منظمة اغاثية اخرى بالتعاون مع محكمة الجنايات الدولية.
وقد غادر اكثر من 180 من موظفي الاغاثة الاجانب السودان فعلا منذ اصدرت الحكومة السودانية قرارها بطردهم، حسب الامم المتحدة التي تقول إن طرد هؤلاء سيعرض حياة مئات الآلاف من سكان دارفور للخطر.
وكان الرئيس الامريكي باراك اوباما قد قال إن قرار السودان طرد منظمات الاغاثة من دارفور "غير مقبول." البرلمان
في سياق متصل أجمع البرلمان السوداني على رفض قرار المحكمة الجنائية الدولية بتوقيف البشير، وأيضا على دعم موقف الحكومة السودانية بطرد منظمات الإغاثة الأجنبية.
وكان البرلمان السوداني قد أرجأ طرح مشروع قانون يمنع محاكمة اي مواطن سوداني طبقا للقانون الدولي ويخول الحكومة اعادة أي سوداني من الخارج حكم عليه طبقا للقانون الدولي.
منظمة أطباء بلا حدود تسحب موظفيها من دارفور
نيويورك ـ من طارق فتحي:
أعلنت منظمة أطباء بلا حدود أنها ستسحب كل موظفيها تقريبا من دارفور, وذلك عقب اختطاف خمسة من موظفيها العاملين بالإقليم, وتم إطلاق سراح اثنين سودانيين منهم, في حين لم يفرج عن الثلاثة الآخرين وهم من جنسيات أجنبية, ولم تعرف هوية الخاطفين بعد.
No comments:
Post a Comment