Monday 5 May 2008

Mahadya


I britannici
A partire dal 1820 il Sudan venne a cadere sotto il controllo dell’Egitto, quando con l'appoggio dei Turchi Muhammad Alì, wali d’Egitto, inviò un esercito agli ordini di suo figlio Ismail Basha e di Muhammad Bey per occupare il Sudan orientale.
Il generale Charles George Gordon
La conquista fu completata con la sottomissione della regione meridionale del paese nel 1839; con l'ingresso dei conquistatori, si sviluppò un intenso commercio di schiavi.
Nel 1857 giunsero in Sudan alcuni missionari cattolici fra i quali Daniele Comboni, che vi fondò la comunità missionaria dei Padri Comboniani.
Il leader religioso Muhammad ibn Abballa, l’autoproclamato Mahdi , tentò negli anni ’80 del XIX secolo di unificare le tribù del Sudan centrale e di quello occidentale. Guidò una rivolta nazionalista contro il dominio egiziano, che culminò con la presa di Khartoum nel 1885, nel corso della quale trovò la morte anche Gordon, il famoso generale britannico.
La guerra del Sudan, in una rappresentazione di propaganda
Lo stato mahdista sopravvisse fin quando Khalifa, successore di Mahdi, non fu definitivamente sopraffatto nel 1898 dalle forze anglo-egiziane guidate da Lord Kitchener nella nota battaglia di Omdurman.
Nel 1899 gli inglesi costituirono il paese vinto in protettorato (formalmente anglo-egiziano in base ad un trattato poi ratificato nel 1936) e divisero il Sudan in due distinte colonie, il Sud ed il Nord, situazione che permase invariata fino al 1956.
Poco dopo (1903) il governo locale iniziò una assegnazione di "licenze" ai missionari che richiedevano di poter entrare nel paese, definendo i territori nei quali sarebbe stato loro consentito di insediarsi. La zona settentrionale nubiana rimase esclusa da tali assegnazioni e restò prevalentemente musulmana.
Nel 1943, allentandosi la pressione britannica a causa del conflitto mondiale, sorsero due partiti spontanei di inclinazione nazionalista, il partito Umma e il partito Ashiqqa' (quest'ultimo di ispirazione islamica), entrambi principalmente riferentisi al Sudan settentrionale.
Nel 1947 si tenne la conferenza di Juba con la quale le due parti del paese concordarono per la riunificazione ed il Sud venne ammesso alla rappresentatività parlamentare.
Nel 1953 il regime di protettorato fu abolito grazie ad un accordo anglo-egiziano ispirato a principi di autodeterminazione dei popoli. Immediatamente dopo, a novembre, si tennero elezioni generali per il rinnovo dell'Assemblea legislativa dalle quali nel gennaio successivo sortì la legittimazione di Al-Azhari a capo del governo. Uno dei primi atti fu l'istituzione di un Comitato per la sudanizzazione, nel quale però fu notata una sporporzionatamente esigua rappresentanza del Sudan meridionale.
Il Sudan indipendente
Fin dall'indipendenza dal Regno Unito, proclamata dal parlamento nel dicembre 1955 ed ottenuta nel 1956, la politica interna è stata dominata da regimi militari che, secondo una visione pressoché unanime degli studiosi, avrebbero favorito governi a orientamento islamico e privilegiato il Sudan settentrionale.
I conflitti interni e la guerra civile, che hanno dominato la scena interna dal 1955 al 1972 e che hanno origine antecedente all'indipendenza, nacquero dal contrasto fra le forze governative settentrionali e le forze Anya Nya che rivendicavano l'autonomia della parte meridionale del paese.
Nel 1957 fu proposta da parte dei nord-sudanesi una costituzione che eleggesse l'Islam a religione di stato e la lingua araba a lingua ufficiale dello stato. L'anno successivo i sud-sudanesi abbandonarono i lavori dell'assemblea costituente una volta compreso che l'ipotesi di una federazione fra Nord e Sud del paese non sarebbe stata accolta.

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