Scritto da: Massimo A. Alberizzi alle 13:32
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Il JEM, Justice and Equlity Movement, il più importante gruppo di ribelli sudanesi del Darfur, ha firmato un accordo con l’Unicef, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa della tutela dall'infanzia, per consentire l'accesso dei funzionari dell’Onu nelle sue basi e così controllare che non vengono reclutati bambini come soldati.
Secondo Ahmed Hussein Adam, portavoce del Justice and Equality Movement a Londra, il gruppo ribelle ha sempre cercato di proteggere i bambini: “E’ stato, sin dall’inizio del conflitto, uno dei nostri principali obbiettivi. Loro non c’entrano con la guerra.
Siamo quindi orgogliosi di far entrare l’Onu a controllare che non reclutiamo bambini soldato. Non abbiamo nulla da nascondere. Speriamo che altri gruppi armati, in Sudan e altrove seguano il nostro esempio”.
L’accordo – che è stato firmato a Ginevra - prevede che se durante le ispezioni fossero trovati bambini soldato questi potranno essere immediatamente portati via dai funzionari dell’Unicef. I negoziati tra Nazioni Unite e JEM sono durati un anno.
Nelle ultime settimane in Darfur i combattimenti tra esercito sudanese e ribelli si sono intensificati. In maggio i dirigenti del JEM avevano abbandonato i colloqui di pace a Doha, in Qatar, accusando i negoziatori governativi di malafede.
Secondo un comunicato del JEM, il 13 luglio, l’esercito e le milizie sue alleate, hanno attaccato le posizioni ribelli vicino Kuma, nel Nord Darfur, con 60 veicoli Land Cruiser armati di mitragliatrici e cannoncini. La reazione degli assaliti è stata furibonda, aggiunge il documento. Gli aggressori sono stati respinti e inseguiti all'interno della città di Kuma, ll loro accampamento militare è stato distrutto e trentaquattro veicoli ben attrezzati sono stati catturati.
Secondo le Nazioni Unite il conflitto nel Sudan occidentale ha provocato in sette anni la morte di almeno 300.000 persone. Il numero di sfollati e di rifugiati ammonta a 2,7 milioni.
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