La guerra per il Nilo è iniziata: l’Egitto contro l’Africa nera
Anna Momigliano è una scrittrice e giornalista milanese di 29 anni. Va spesso in Israele a trovare amici e parenti. Per Marsilio ha scritto Karma Kosher.
“Personalmente vivo a Milano ma non ho avuto il piacere di conocere la Dott. Anna Momigliano ma credo che lei ha tendenza pro Isrealiana quindi loro Isrealiani sembre hanno creato e creano problemi per i raporti Afro-Araba nell loro interessa spiacente che intelettuale come lei e frequentatrici di Stato Isrealiana scrive Egitto contro l’Africa nera ma che giove l’Egitto a fare guerra contro se stessa Egitto e un paese Africano per prima ma solo dopo l’Islam e deventata muslumana e parla Arabo invece la lingua originale e svenuta nel nulla .”—Abdelazim Gomaa
“L’acqua è l’unica ragione che potrebbe trascinare l’Egitto in guerra,” diceva 30 anni fa Anwar el Sadat, il presidente egiziano assassinato perché firmò un trattato di pace con Israele. Oggi, a decenni di distanza, la profezia di Sadat potrebbe divenire realtà. Se non altro dal punto di vista metaforico: la guerra dell’acqua tra l’Egitto e i suoi vicini è cominciata.
Oggetto della disputa sono le risorse del Nilo, il fiume che fornisce l’acqua a dieci nazioni africane, per un totale di 300 milioni di persone.
Chi ha diritto a utilizzare, e come, queste risorse importanti? Ovviamente, ognuno ha un’idea diversa. Da un lato ci sono l’Egitto e il Sudan, dall’altro gli altri otto Paesi interessati: Eritrea, Etiopia, Uganda, Repubblica democratica del Congo, Ruanda, Kenia, Tanzania e Burundi. Si potrebbe dire che è l’Africa nera contro l’Africa araba (il Sudan, come l’Egitto, fa parte della Lega araba, anche se è una nazione un po’ particolare che non tutti considerano al 100% araba).
La scorsa settimana i rappresentanti delle dieci nazioni si sono riuniti a Sharm El Sheik, in Egitto, per rinegoziare l’accordo sulla gestione del Nilo. Obiettivo: una “condivisione più equa” delle risorse idriche.
Tuttavia l’Egitto e il Sudan, che beneficiavano maggiormente dagli accordi precedenti, hanno puntato i piedi e si sono rifiutati di firmare il nuovo protocollo. Risultato? Per il momento non c’è nessun accordo.
Un nuovo vertice è tuttavia previsto per il mese prossimo, questa volta in Uganda.
Il Cairo sostiene di avere un “diritto storico” sulle acque del Nilo: “Prenderemo ogni misura necessaria per continuare a difenderlo,” ha detto il ministro delle risorse idriche Mohammed Allam.
Tuttavia rischia di farci una figuraccia: in qualità di leader regionale, l’Egitto dovrebbe farsi promotore di un accordo che consenta a tutte le nazioni interessate di trarre vantaggio dal Nilo, non ostacolarlo.
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The war began on the Nile: Egypt against black Africa Anna Momigliano is a writer and journalist in Milan 29 years. Often goes to Israel to visit family and friends. For Marsilius wrote Karma Kosher. Sudanese children fill the containers in the Nile (Credits: AP / Abd Raouf) "Water is the only reason that could drag the war in Egypt," said 30 years ago Anwar Sadat, Egyptian president assassinated because he signed a peace treaty with Israel. Today, decades later, the prophecy of Sadat could become reality. If nothing else from the standpoint of metaphors: water war between Egypt and its neighbors has begun. In dispute are the resources of the Nile, the river that supplies water to ten African nations, for a total of 300 million people. Who is entitled to use, and how these important resources? Obviously, everyone has a different idea. On one side are Egypt and Sudan, the other eight other countries involved: Eritrea, Ethiopia, Uganda, Democratic Republic of Congo, Rwanda, Kenya, Tanzania and Burundi. You could say that black Africa against Arab Africa (Sudan, like Egypt, is part of the Arab League, even if a nation is a bit 'special that not everyone at 100% Arabic). Last week, representatives of ten nations gathered in Sharm El Sheik, Egypt, to renegotiate the agreement on the management of the Nile. The goal: a "more equitable sharing" of water resources. However, Egypt and Sudan, which benefited most from the previous agreements, have put their feet and refused to sign the new protocol. Result? For the moment there is no agreement. A new summit is scheduled for next month but, this time in Uganda. Cairo claims to have a "historical rights" over the waters of the Nile: "We will take all necessary steps to continue to defend it," said the minister of water resources Mohammed Allam. However, risk being a fool: as a regional leader, Egypt should become a promoter of an agreement allowing all interested nations to benefit from the Nile, not hinder it.
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