giovedì, 17 dicembre 2009
L'università di Modena in Sudan con Emergency
Una convenzione con l'associazione di Gino Strada porterà professionisti e studenti di Medicina a operare a Khartoum. Un centro d'eccellenza in un paese martoriato da vent'anni di guerra civile
Un piccolo paziente dell'ospedale "Salam" di Soba
MODENA, 15 DIC. 2009 - Cuore e coraggio. Con queste due parole si può riassumere l'iniziativa che porta in Sudan al fianco di Emergency la facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Modena e Reggio Emilia. Cuore perché protagonisti del progetto sono l'equipe cardiochirurgica del prof. Roberto Parravicini e gli studenti della scuola di specializzazione di Cardiochirurgia e di Medicina e Chirurgia. Coraggio perché il contesto in cui andranno a operare è tra i più drammatici, il Sudan è infatti un paese martoriato da vent'anni di sanguinosa guerra civile. La struttura di Emergency con la quale è stato firmata la convenzione è l'ospedale “Salam” (pace) di Soba, a 20 chilometri da Khartoum. Al suo interno è operativo un Centro regionale di cardiochirurgia che offre assistenza altamente specializzata e gratuita ai pazienti provenienti dal Sudan e dai paesi confinanti.La collaborazione tra l’Ateneo modenese-reggiano ed Emergency ha come fine lo sviluppo di un programma di ricerca clinica riguardante le patologie cardiovascolari con interesse esteso alla rianimazione cardiorespiratoria. “Esperienze come questa rappresentano un indispensabile arricchimento scientifico-culturale ed umano per i nostri studenti. Sono l’occasione per misurare sul campo le competenze acquisite, ma soprattutto per portare sollievo a chi soffre”, ha commentato il Rettore prof. Aldo Tomasi .In Sudan l’aspettativa di vita è di 55 anni, la mortalità infantile sotto i cinque anni si attesta intorno al 107 per mille, il 50% della popolazione non ha accesso ai farmaci essenziali ed esistono 16 medici ogni 100.000 abitanti. “Si tratta di un'opportunità di formazione in setting formativi non tradizionali, ma di grande importanza a livello internazionale che permette di espandere le conoscenze proprie delle professioni sanitarie a situazioni molto diverse da quelle che i nostri studenti affrontano nel nostro Paese.” Ha spiegato la Preside della facoltà di Medicina e Chirurgia prof.ssa Gabriella Aggazzotti.Emergency è presente in Sudan già dal 2004, nel Nord Darfur a sostegno degli ospedali di Mellit e al Fashir. Nel 2005 ha aperto un centro pediatrico per offrire assistenza gratuita ai bambini del campo profughi di Mayo, nei sobborghi della capitale. Dall’aprile 2007 a Soba, è operativo un Centro regionale di cardiochirurgia. Il Centro, chiamato “Salam” (pace), sarà collegato a una rete di cliniche situate in diversi Paesi della regione dove, oltre all’assistenza pediatrica, verrà effettuato lo screening e il follow up dei pazienti cardiopatici da trasferire al Centro Salam. Il primo Centro è stato inaugurato nel marzo 2009 a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana. Un secondo Centro è in costruzione a Nyala, capitale del Sud Darfur.“Credo molto nel fatto che il ruolo che interpreto oggi - ha sottolineato il prof. Roberto Parravicini - quello di professore universitario, non si concluda nel trasmettere conoscenze, ma si sostanzi nel momento in cui si riesce a comunicare una passione genuina ed intensa per questa professione che ci porta a dare e inventare possibilità di vita, anche ove e quando sia difficile farlo. Il “potere” del medico è in fondo questo: il medico può e deve intervenire per riacchiappare la vita ed è chiamato a farlo qua come altrove”.
Questi le notizie che fanno bene.................................Azim
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