
Turisti rapiti in Egitto portati in LibiaIl governo sudanese: «Sono nelle mani dei ribelli del Darfur, li hanno trasferiti a ovest del confine egiziano»Lorella Paganelli, tra i cinque turisti italiani rapiti in Egitto, in una foto scattata durante un precedente viaggio in Mauritania (Ansa)IL CAIRO (EGITTO) - Non sono più in Sudan, ma in Libia. La carovana dei turisti rapiti in Egitto venerdì scorso sarebbe stata portata dai rapitori in territorio libico, a oltre 200 chilometri a ovest del confine egiziano: ne ha dato notizia un portavoce del governo sudanese, secondo il quale i rapitori sono legati ai ribelli del Darfur. Il gruppo, con i 19 ostaggi - oltre ai cinque italiani, vi sono altrettanti tedeschi, un romeno e otto egiziani - si è «avvicinato al confine libico e poi lo ha attraversato», ha affermato Ali Youssef Ahmed, capo del protocollo del ministero degli Esteri sudanese. «Ora sono tra i 13 e i 15 chilometri all'interno del territorio libico - ha spiegato - in base alle informazioni in nostro possesso, gli ostaggi stanno tutti bene: stiamo monitorando la situazione». La notizia del «trasferimento» degli ostaggi non è stata esclusa dal ministro Frattini. «Ho parlato con i libici - ha spiegato il titolare della Farnesina da New York - stanno valutando ma non hanno escluso che la notizia sia vera». «Io propendo per la correttezza di questa notizia», ha aggiunto.INTERROTTI I CONTATTI - Da un'altra fonte al Cairo si è appreso che sarebbero anche interrotti i contatti che erano in corso tra i rapitori e l'ambasciata tedesca nella capitale egiziana, mantenuti tramite le comunicazioni quotidiane con telefono satellitare tra l'organizzatore della spedizione, il tour operator Ibrahim AlbdelRahim, che è uno dei rapiti, e sua moglie, Kristen Butterweck AbdelRahim (che è tedesca) negli uffici della loro agenzia Aeggyptus Intertravel, con sede al Cairo.RISCATTO - Per liberare i turisti sarebbe stato chiesto un forte riscatto. Secondo fonti egiziane citate dal quotidiano panarabo Al Sharq al Awsat, «I rapitori hanno fissato la cifra di 6 milioni di euro per liberare gli ostaggi ed hanno chiesto ai tedeschi di consegnare il riscatto proprio a Cristina Butterweck AbdelRahim. RICHIESTA AL GOVERNO TEDESCO - Le stesse fonti, definite "molto vicine al dossier dei turisti occidentali rapiti" venerdì scorso, hanno assicurato che «i rapitori hanno fatto la richiesta del riscatto esclusivamente al governo tedesco». Secondo le fonti di al Sharq al Awsat, le «squadre che seguono le orme dei rapitori, si fanno aiutare da guide locali che privilegiano l’ipotesi che i i sequestratori si siano rifugiati in una delle grosse grotte che si trovano nella zona».STEFANI - Intanto il presidente della Commissione Esteri della Camera, Stefano Stefani, incontrando a Montecitorio l'ambasciatore d'Egitto in Italia Ashraf Rashed, ha espresso l'auspicio che la vicenda dei turisti rapiti «possa risolversi positivamente e, soprattutto, in tempi brevi, in modo tale da evitare alle persone coinvolte ulteriori sofferenze». Durante il colloquio, si legge in una nota, Stefani ha espresso preoccupazione per gli ostaggi rapiti venerdì scorso ed ha confermato il continuo e costante filtro d'informazioni e di contatti con la Farnesina. L'ambasciatore egiziano, sottolineando che tra i rapiti ci sono anche suoi connazionali, ha più volte ribadito che i rapitori non sono terroristi o appartenenti a gruppi politici, ma semplici banditi. Ha inoltre confermato che il governo egiziano sta collaborando strettamente con l'Unità di crisi della Farnesina affinchè si giunga a una veloce soluzione del problema e, quindi, alla liberazione di tutti gli ostaggi. I rapitori forse arrivano dal CiadEsclusa la pista terroristica, si pensa a un gruppo di ribelli o banditi. Potrebbero essere arrivati anche dal SudanWASHINGTON – La banda che ha sequestrato i turisti occidentali si muove in un territorio che conosce bene. Se sono vere le utlime notizie si è spostata con i 19 prigionieri dall’Egitto al Sudan, quindi in Libia. Ovviamente parliamo di una regione dove i confini sono ideali: una duna di sabbia può segnare questo o quel paese, i controlli sono inesistenti. Ma chi sono i rapitori? Fino ad oggi sono state formulate diverse ipotesi, ma sono poche le certezze. RIBELLI O BANDITI - Il governo egiziano, sin dalle prime ore, ha scartato la pista terroristica. Gli islamisti, secondo le autorità, non c’entrano, anche se nei giorni precedenti c’erano stati degli allarmi su possibili azioni eversive (nel Sinai, però). Su alcuni siti sono comparse ricostruzioni che tirano in ballo i qaedisti e ricordano le analogie con il sequestro di due austriaci nel sud della Tunisia. Ma queste tesi non appaiono sorrette da prove. Altre fonti hanno parlato di uomini venuti dal Ciad: ribelli o banditi. LA PISTA SUDANESE - Mercoledì un giornale tedesco ha rivelato che un paio di mesi fa un turista è stato preso in ostaggio da una colonna dell’Esercito di liberazione del Sudan. Si tratta di una formazione che opera nel Darfour e combatte contro il Sudan. E infatti Khartum ha subito rilanciato questa “pista”. La stampa egiziana, invece, non ha escluso il coinvolgimento di elementi Toubu, una tribù peraltro attiva più a ovest. Anche sul numero dei rapitori le cifre non concordano. Gli egiziani ritengono che sia un piccolo gruppo, forse solo 4 uomini. Ma nuove informazioni danno un quadro diverso: sono tanti e armati fino ai denti. Fucili, mitragliatrici e lanciagranate Rpg, equipaggiamento che più si addice a dei ribelli che a dei banditi, anche se in quell’area sono spesso la stessa cosa.
Solo gialli e credo che una fazione del rebelli ha fatto quella operazione di delinquenza assurda per finanziarsi perche anche un tourista Tedesco stato sequestrato derobato e lasciato dopo 10 gg. insomma ora non e piu revoluzione e BANDITISMO CREMONOSO............................................AZIM
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